Questa è la storia di un uomo che veniva dall’Italia e che fece grande l’America e lo sport. Si chiamava Raffaele De Palma ed era nato il 19 dicembre 1882 a Biccari, un piccolo paese della provincia di Foggia.
Lo sport è l’automobilismo, quello degli albori, del coraggio indomito, della fatica ma, già allora, anche quello dei lauti guadagni. Quello che animava e trascinava folle oceaniche.
Quando De Palma all’età di dieci anni partì dal suo paese, le automobili ancora non esistevano, ma avrebbero presto invaso le strade e alimentato i sogni di un bambino ingegnoso.
Ralph De Palma è considerato tra i più grandi piloti di tutti i tempi e sono i numeri a parlare chiaro. E che numeri!
La sua carriera agonistica di pilota automobilistico ha avuto una durata enorme, dal 1908 al 1934, nel corso della quale il foggiano De Palma ha vinto di tutto e in ogni tipo di gara, emulato forse da un solo pilota, per giunta un altro italo-americano: Mario Andretti.
Sono spaventose le cifre che dipingono la carriera e i successi di Ralph De Palma: su 2.889 corse alle quali partecipò (comprese quelle ciclistiche e motociclistiche) si impose ben 2.557 volte raggiungendo una percentuale di vittorie pari all’88,5%, un dato che nessun altro campione dello sport ha mai forse eguagliato!
Come rileva opportunamente lo storico americano dell’auto Gary Doyle, «il senso comune ci suggerisce che quelle vittorie furono di meno il che però non toglie niente alla grandezza e alla unicità di Ralph De Palma».
Egli non fu solo un grande pilota che seppe imporsi come pochi altri nelle corse automobilistiche: sin da giovane praticò anche ciclismo e motociclismo prima di arrivare alle quattro ruote con i risultati che questo sito - con le informazioni in parte tratte dal mio libro (*) - cercherà di dimostrare.
La grandezza di Ralph De Palma è un insieme di importanti e imprescindibili fattori. Occorre sommare non solo doti che certamente non sono da tutti, come il coraggio, l’applicazione quasi maniacale e la capacità tecnica, ma ad esse va aggiunta almeno un’altra insostituibile qualità: Ralph aveva l’abilità di avere la macchina giusta al momento giusto.
E’ anche per questa ragione, probabilmente, che in un’epoca in cui gli incidenti nelle gare automobilistiche erano quasi all’ordine del giorno - con morti e feriti, sia tra i piloti che tra gli spettatori - colpisce il dato che De Palma ebbe un solo grave incidente, nel 1912, che lo costrinse in un letto di ospedale per due mesi e mezzo.
A quei tempi le macchine da corsa non erano certamente dotate dei dispositivi di sicurezza per la protezione dei piloti di cui oggi godono, soprattutto quelle prodotte in serie. Ecco perché tra i suoi record va anche annoverata la durata della carriera – soprattutto quella automobilistica - misurata nell’arco di ben ventisette anni.
E c’è un altro l’aspetto che fa di Ralph De Palma un personaggio di una grandezza straordinaria; pur non mantenendo particolari rapporti col paese di origine, De Palma da buon emigrante riuscì in un’altra impresa la cui importanza non è stata finora colta e sottolineata. Il grande pilota foggiano riuscì ad imporsi in un’epoca in cui gli italo-americani erano considerati l’ultimo livello della scala sociale ed economica negli Stati Uniti. E’ questa l’altra grande vittoria strappata al popolo americano proprio in quanto emigrante.
Con le sue straordinarie gesta e con le vittorie inanellate in maniera esemplare e incomparabile, Ralph De Palma fu per i milioni di immigrati italiani sparsi negli Stati Uniti e nel mondo il primo “eroe dello sport” a raggiungere la fama internazionale.
E quando si ritirò dalle corse, la sua notorietà gli permise di diventare il meritato “ambasciatore delle corse” che tutta l’America e il mondo dell’automobilismo accettò senza riserve.